LA SCOMPARSA DI FILIPPO PIRRO.

E’ scomparso il pittore, scultore e poeta FILIPPO PIRRO uno dei maggiori protagonisti della cultura cittadina e dell’intero mezzogiorno. Aveva 69 anni e da tempo era malato.

 
                                                             di LUIGI CIAVARELLA 

Non conoscevo Filippo Pirro di persona prima che il grande artista non assumesse la decisione di passare alla poesia in un momento in cui anch’io ero attivo su quel fronte, senza abbandonare per questo l’arte pittorica e scultorea. 
Erano gli inizi degli anni ottanta e la notizia di questa sua decisione, evidentemente dettata da urgenze creative in continuità con la sua arte, non mi colpì più di tanto poiché avevo sempre visto la sua arte come una trasposizione altamente poetica. 
Una sensibilità in cui era forte il richiamo all’arte poetica per tutte quelle sfumature, quei particolari e quelle sovrapposizioni intelligenti e colorate che resero famosa la sua arte non solo da queste parti ma in tutto il mezzogiorno e oltre.
Quando mi disse che aveva pronto un’opera poetica lo indirizzai subito verso la mia associazione culturale di riferimento, La Vallisa di Bari, diretta dal suo fondatore e mio amico carissimo Daniele Giancane, all’epoca una delle punte intellettuali più avanzate della ricerca poetica in Puglia.
L’opera ha per titolo “ La casa del bosco”, pubblicato nel 1982 con prefazione di Joseph Tusiani, che tenne a battesimo la sua opera prima dove Filippo ci informa subito che trattasi di poesie scritte nell’arco di 12 anni (1969-1981) e questo non può che confermare il sospetto che poeta lo sia sempre stato anche se lo ha manifestato tardivamente.
Due forme d’arte complementare come d’altronde sottolinea Joseph Tusiani nell’introduzione al libretto citato, “trasferite verso un identico ideale o sogno artistico…” in un grumo di poesie altamente liriche che richiamano spesso la sua militanza nel mondo dell’arte senza più ormai distinzione di ruoli.
Il suo status di poeta viene alla ribalta in maniera naturale e saranno molti i premi che otterrà nelle varie edizioni letterarie sparse per tutta l’Italia nel corso degli anni e trovo del tutto ovvio che un poeta della sua statura riesca poi a creare quel luogo incantato che ogni poeta sogna, “il sentiero dell’anima” in cui si ripercorrono tracciati dove “… gruppi monumentali, statue in tecnica mista su basamenti di pietra, e, dipinti, sia in affresco che in murales….” fanno bella mostra nelle loro geometrie perfette e i loro silenzi ancestrali, quasi a dimostrazione dell’azione salutare dell’arte, in stretto rapporto con la natura circostante, che diventa a questo punto il centro del mondo nella sua sintesi più congeniale.
Arte e poesia come impegno di vita e come ricerca interiore: possono essere questi i basilari segni d’inizio di un dibattito intorno all’arte e l’opera di Filippo Pirro. Quei personaggi di pietra : contadini, emigranti, che hanno popolato e raccontato il suo e nostro immaginario sono li a testimoniare quando sia stata grande la sua sensibilità di artista e quale grave perdita abbia subito la cultura meridionale. 


Filippo Pirro davanti ad uno dei suoi capolavori che ornano il " sentiero dell'anima " di sua creazione.


Commenti

  1. Ho conosciuto Filippo nell'anno scolastico 1967/68. Lavoravamo insieme. Hho collaborato con lui alla realizzazione di un presepe straordinario. Ha vinto il primo prmio dalla Provincia di Vercelli. E'stato poi esposto all'Angelicum di Milano e poi nel Santuario della Madonna di Oropa. Il giornale "Il Biellese", gli ha dedicato diversi articoli. Uno dei titoli: "Dalla Creazione a Betlemme".

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