IO E LE RADIO CITTADINE

di Luigi Ciavarella


Plaudo con vero entusiasmo alla bella iniziativa del gruppo teatrale LE VOCI DI JINTE di San Marco in Lamis  di far rivivere un periodo storico esaltante della nostra storia attraverso il racconto delle radio cittadine, in forma teatrale ad opera di Mario Ciro Ciavarella, instancabile protagonista e punto di riferimento importante dell'attività del gruppo. 
Plaudo alla sua volontà di trasmettere, rievocandolo, uno spaccato di vita della nostra storia attraverso il racconto della nascita e dello sviluppo delle prime radio libere in città e della fragilità con cui questo nuovo genere di intrattenimento nei primi tempi si stava sviluppando occupando da subito un posto di rilievo nella nostra comunità grazie alla passione e all'entusiasmo di veri pionieri, che questo progetto lo hanno fatto nascere, crescere e sostenuto e che questo spettacolo teatrale  prova a rendere omaggio.
Le radio locali nacquero come funghi un pò in tutta Italia, San Marco in Lamis compreso quindi, intorno alla metà dei settanta e si diffusero ben presto a macchia d'olio su tutto il territorio nazionale, riuscendo a trasmettere un senso di libertà e una emancipazione evidente in territori spesso depressi e mortificati da assenza di iniziative a favore dei giovani e non solo. Tutto ciò grazie all'intraprendenza di veri amatori improvvisatosi speaker e conduttori, registi e programmatori, da un giorno all'altro, e che portarono senz'altro una ventata di freschezza in luoghi dove sino al giorno prima le uniche radio erano rappresentate da quelle nazionali. 
Ricordo con grande nostalgia un periodo storico preciso ( credo intorno al 1968 - fine decennio) a cui sono legate le mie prime curiosità musicali, avvenute durante la sera tardi, cresciute sulle onde lunghe delle radio estere, prima fra tutte la mitica Radio Luxembourg che trasmetteva di continuo musica rock, quella che piaceva a noi, non solo a carattere di novità discografiche ma anche riuscendo a trasmettere scampoli  di concerti rigorosamente dal vivo che in Italia erano tabù. Una vera delizia per noi ma anche la fatica di una frustrante attesa tardo-serale, in cui spesso accadeva, per un motivo o per un altro, per esempio che i segnali che provenivano dall'etere fossero talmente deboli che disturbavano la recezione con la conseguenza che l'ascolto diventava un calvario. 
Le Radio nazionali invece che noi adolescenti tenevamo in particolar modo erano quelle che si rivolgevano a noi, provando a indovinare i nostri gusti. Non erano molte ma, credo per esempio, la trasmissione "Per voi giovani" di Renzo Arbore e la solita "Hit Parade" di Lelio Lutazzi che trasmetteva ogni venerdì alle 13.00 la graduatoria dei successi discografici della settimana, fossero le principali fonti di intrattenimento musicale e d'informazioni per noi che, assetati di novità provenienti dall'estero, prestavamo un'attenzione quasi spasmodica e devozionale..
Naturalmente con la nascita e la crescita dell prime Radio Libere ( ricordate Eugenio Finardi ? ) e la conseguente diffusione su tutto il territorio nazionale attraverso la costituzione di piccole e medie stazioni trasmittenti, emerge un nuovo concetto di fare radio facendo nascere la figura del disc jokey e rendendo viva una realtà che sino a quel momento era appannaggio in esclusiva delle radio nazionali, di colpo diventate obsolete. 
La Radio locale diventa pure strumento di indagine socio-culturale, quindi non solo divulgazione e intrattenimento ma anche, dal momento che opera in uno spazio limitato, la voce per antonomasia delle istanze del territorio, a volte anche strumento di denuncia sociale e informazione libera quando non occupa il ruolo di megafono di idee politiche di propaganda a favore di questo o quel partito sopratutto durante le campagne elettorali.
Il mio rapporto con le radio locali si limita a due o tre interventi in uno spazio temporale molto ravvicinato.
Ricordo di essere stato io il primo ad inventarsi, insieme a Pietro "Piter" Parisi, fondatore insieme ad altri di Radio Sammarco e autorità principale dell'arte di fare radio in città, che trasmetteva dalla sede di via della Vittoria, il primo radio giornale o perlomeno il primo tentativo di dotare la radio di un notiziario vero e proprio che avesse la pretesa di fornire un vero servizio alla città. Sperimentammo nell'ora tardi alcuni numero zero che ebbero un certo successo se non altro per l'assoluto senso di novità che recava in se. I flash venivano "rubati" dai giornali regionali mentre le notizie locali erano in maggioranza di natura letteraria. 
Durò qualche settimana poi cessammo la trasmissione. 
Ritornai davanti ai microfoni della stessa emittente quando, emozionato dalla grave notizia dell'assassinio di John Lennon nel 1980, ritenni doveroso ricordarlo raccontando la sua vita e mandando in onda la sua musica attraverso i due dischi che avevo portato con me in studio e di cui ancora oggi sono sottolineati con matita i brani che quel pomeriggio accompagnarono la notizia tragica.
Poi ci furono altre esperienze con Radio Hermes a Borgo Celano ma siccome furono trasmissioni di natura letteraria credo che questa sia un'altra storia, peraltro già raccontata su un sito cittadino e a cui rimando.
LUIGI CIAVARELLA 

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