JIMI HENDRIX IERI E OGGI

JIMI HENDRIX, a 46 anni dalla prematura scomparsa riesce ancora a suscitare interesse e curiosità, nonché ricordi vivi ed emozioni tali da alimentare una leggenda che nel corso degli anni non è mai venuta meno. Non ho difficoltà ad immaginare tra cento anni, quando il mondo sarà completamente trasformato e la musica si ascolterà e si suonerà con non si sa quali strumenti, il nome di Jimi Hendrix continuerà ad essere una stella di prima grandezza nel firmamento dei grandi musicisti che hanno segnato il novecento accanto ad altri grandi nomi come Beethoven, Mozart, Dylan, Zappa e chissà quali e quanti altri dopo di loro.
Gli immortali del rock avranno un loro posto nella storia dell'umanità, almeno cosi auspico altrimenti se ciò non dovesse avverarsi sarà un mondo oscuro e senza memoria come qualcuno tra i catastrofisti già prevede.
Jimi Hendrix morì nella notte del 18 settembre 1970, una notte terribile, al Samarkand di Londra, un alberghetto periferico, per cause accidentali.Quando sopraggiunsero i soccorsi fu troppo tardi perché Jimi era già deceduto. Aveva 28 anni, essendo nato a Seattle, nello stato di Washington (USA) nel 1942. La stessa città che tra la metà degli anni ottanta e gli inizi dei novanta avrà il suo massimo momento di gloria, una delle tante rinascite del rock che abbiamo visto passare, con protagonisti che anche in questo caso hanno lasciato segni importanti del loro passaggio ed altri che invece sono caduti cosi come vuole il racconto della leggenda del rock. In ogni epoca ci sono stati i caduti e i sopravvissuti. Questa volta i nomi che non riuscirono a sopravvivere alla fatica di vivere furono sostanzialmente due Curt Cobain e Stanley Layne, (aggiungerei anche Andrew Wood), sfortunati ragazzi segnati da un destino tragico, morti per motivi diversi entrambi leader di gruppi importanti della scena Grunge di Seattle, Nirvana e Alice in Chains, che segnarono in profondità la storia della musica Rock.
KURT COBAIN
Jimi Hendrix è stato figlio del suo tempo. Rock blues psichedelico, una stagione irripetibile (gli anni sessanta con tutto il carico rivoluzionario che porta in grembo, musicale e di costume) e una idea personale quasi isterica nei confronti della musica Rock e del suo strumento principe, la chitarra, che ne farà un feticcio da blandire o immolare durante i tanti riti sciamanici che qualcuno si ostina ancora a chiamare concerti, quando in realtà sono stati momenti orgiastici di suoni fuori da ogni logica o convenzione che hanno saputo infiammare i palcoscenici di tutto il mondo.
Tutto è avvenuto con una velocità incredibile. La vita artistica di Jimi Hendrix è stata breve. Dal singolo Hey Joe o se preferite dal concerto di Monterrey in California, che segna l'inizio della sua ascesa, sino al last Concert all'isola di Freeman in Germania, il suo ultimo concerto, sono trascorsi poco più di tre anni, un tempo tutto sommato troppo breve per lasciare una impronta forte e decisiva nella storia della musica.
STANLEY LAYNE
Tuttavia l'eredità musicale di Jimi Hendrix è stata enorme. In vita pubblicò soltanto tre dischi, una manciata di singoli e un live album ma vengono alla luce, appena dopo la sua dipartita, nello studio di sua proprietà a New York (Electric Ladyland Studios) una quantità enorme di musica registrata ; un materiale infinito che finisce, insieme ai tanti live act di contorno, ad arricchire una discografia praticamente sconfinata, buona non solo ad alimentare nel tempo i segni di una leggenda dalle proporzioni gigantesche ma anche a riempire le tasche di iniziali approfittatori senza scrupoli e solo in seguito a dare dignità e sostanza ad una musica senza tempo.
Una musica che ancora oggi vive tra noi con imperturbabile attualità poiché la musica di Jimi Hendrix possiede il respiro dell'eternità. Proprio come la musica di Ludwig Van Beethoven o la poesia di Charles Baudelaire.
Luigi Ciavarella















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