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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

NICK DRAKE E IL CANE DAGLI OCCHI NERI

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Il 25 di novembre del 1974 moriva Nick Drake, uno dei cantautori più malinconici e introversi che la scena folk britannica ricordi. Ripubblico per l’occasione un ricordo che allora scrissi per Music’Arte.    Nick Drake ci lasciò tre album, pubblicati tra il 1969 e il 1972 dalla Island Records di Londra, tutti avvolti da un sottile strato di desolazione emotiva e da una forte inquietudine interiore a tratti persino disperata. Da Five Leaves Left a Pink Moon , con in mezzo il suo capolavoro Bryter Layter , il gracile cantautore inglese disegna un archetipo scarno ed essenziale in cui riversa la sua idea di comunicazione col mondo attraverso la scrittura di  vere e proprie liriche vestite con arpeggi di chitarra acustica. Ha un modo strano di suonare la chitarra, accordi di sua invenzione e una tipologia di suono sempre differente in rapporto alla canzone, faranno di lui un precursore ma limiteranno anche la sua azione espositiva durante i pochi concerti effettuati in quanto o

MANDEL’STAM ED EVTUSENKO, DUE POETI AGLI ANTIPODI.

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Osip Mandel'stam (1891 - 1938) Nella metà degli anni settanta ebbi la fortuna di fare la conoscenza, attraverso la lettura di due volumetti di poesie pubblicati dalla Garzanti, di Osip Mandel’stam ed Evgenij Evtusenko , due poeti russi del novecento. Due poeti dell’est europeo per formazione, stile e scrittura completamente opposti l’un l’altro. Il primo, ebreo di origine polacca, di Varsavia, subisce la persecuzione da parte del regime sovietico e scompare in un lager staliniano mentre l’altro, siberiano, brillante poeta, al contrario, viene ben tollerato dal regime nonostante le sue pungenti critiche al sistema. Anzi è persino celebrato per il suo talento. Due condizioni umane e letterarie agli antipodi per definizione. La prima, quella che ha prodotto Mandel’stam in una situazione di estremo disagio esistenziale, possiamo definirla una poesia neo classica per gli abbondanti riferimenti al passato che contiene; il secondo, Evtusenko, vissuto in una epoca successiva a que

QUANDO LE POESIE D'AMORE SI LEGGEVANO NEI BACI PERUGINA.

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Jacques Prevért (1900-1977) PARIS AT NIGHT Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L’ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo fra le braccia. Jacques Prévert Questa breve e famosa poesia che Jacques Prevért dedica alla sua città dell'anima, Parigi, rivolgendole parole d'amore struggenti quasi fosse una giovinetta innamorata, fu presa a pretesto, in un passato non molto lontano, da molti giovani per esternare i propri turbamenti d' amore verso la propria donna. Si trattava di tempi in cui l'amore era un sentimento vivo, sincero e condiviso, fatto di gesti e di sguardi languidi ma anche di passioni di carta profumata persino declamati dentro una confezione di cioccolatini, come molti della mia età ricorderanno. Si tratta dei famosi baci Perugina nella cui carta stagnola avvolgente di color bianco stel